Al supermercato, sui mezzi pubblici di trasporto, dal medico o a scuola, le persone che indossano la mascherina sono ora diventate la normalità, e sarà così per un bel po’. La comprensione tra persone che indossano la mascherina non è però sempre ottimale. La mascherina, infatti, comporta effetti acustici collaterali che non aiutano la comprensione reciproca. Non solo attutisce il volume del parlato, ma rende più cupi i suoni, in particolare quelli ad alta frequenza molto importanti nel parlato. Ciò accade non solo con le diffusissime mascherine chirurgiche, ma anche con quelle di stoffa sottili e le bandane. Le mascherine FFP2 smorzano i suoni della gamma ad alta frequenza in misura ancora maggiore. Anche la distanza maggiore da chi parla, le strutture divisorie in plexiglas e l’impossibilità di leggere il labiale possono rendere più difficoltosa la comprensione. Se a tali circostanze si aggiunge anche l’ipoacusia, per la persona in questione diventa pressoché impossibile capire ciò che viene detto.
Quando sembra che gli altri “farfuglino”
Se all’inizio di una presbiacusia la percezione del volume può essere ancora intatta, molte persone di età avanzata soffrono invece di una perdita di sensibilità alle frequenze più acute. Queste persone attribuiscono spesso erroneamente la mancata comprensione del parlato all’interlocutore che parla in modo poco chiaro. Le protezioni facciali rappresentano in questo caso un problema ulteriore, perché riducono ancora di più la comprensione dei toni alti ed escludono la possibilità di avvalersi di altri metodi ausiliari. Infatti i movimenti delle labbra sotto le mascherine sono poco utili per compensare la scarsa comprensione del parlato. A chi deve farsi ripetere spesso parole e frasi e ha la sensazione di non sentire più bene, soprattutto da quando c’è l’obbligo della mascherina, consigliamo di sottoporsi ad un test dell’udito. Se si riscontra una perdita d’udito, si dovrebbe assolutamente vagliare la possibilità di dotarsi di apparecchi acustici.
Gli apparecchi acustici si adattano
Gli apparecchi acustici digitali moderni non solo amplificano i suoni, ma si adattano automaticamente ai vari contesti uditivi, accentuando in modo mirato il parlato. Agevolano altresì la localizzazione dei suoni migliorando così anche l’udito direzionale, il che a sua volta ha effetti positivi sulla comprensione del parlato. Gli apparecchi acustici possono però essere anche adattati in modo personalizzato dall’audioprotesista a contesti uditivi fortemente mutati. In questo modo l’utilizzatore ha la possibilità di aumentare ulteriormente il volume in determinate situazioni, ad esempio quando si fa fatica a capire una persona che indossa una protezione facciale. All’occorrenza l’audioprotesista può persino verificare se per gli apparecchi acustici si possono impostare specifici programmi-mascherina, cui l’utilizzatore può ricorrere alternativamente in caso di conversazioni con o senza mascherina. In questo modo i portatori di apparecchi acustici possono preservare e addirittura migliorare la propria partecipazione alla vita sociale anche in situazioni uditive difficili dovute alle mascherine.